Ritorna sulla ribalta di Dago l'ispirata mano di Orer, il disegnatore turco che ormai da qualche tempo si è meritato l'affetto e la stima di molti lettori. Uno dei personaggi di questa vicenda ci offre una definizione del Giannizzero nero che gli si addice alla perfezione: «Dago è insieme il diavolo, l'angelo e il giudizio universale racchiusi in un solo corpo.»
Manufatti magici, reliquie dotate di strepitosi poteri, vestigia di un tempo di eroismo e di follia. Le crociate, ancora una volta, sono un accadimento storico con cui fare i conti e Dago non si tira indietro, attratto dal mistero e incapace di sottrarsi davanti a una battaglia dove il più debole rischia di soccombere davanti ai soprusi del più forte...
In nome della religione, sono sempre stati commessi i crimini più efferati. Dago - esempio di uomo libero e in grado di pensare con la propria testa - non apprezza i falsi profeti, ma è sempre vicino a chi vive la propria vita in nome della sincerità e della coerenza. Una storia cruda, con forti risvolti morali, ma sempre al servizio dell'avventura.
Un'avventura di Dago in puro stile giannizzero nero, con avventura e pathos ottimamente mescolati dalla sapiente mano di Manuel Morini, sceneggiatore cresciuto alla grande scuola di Robin Wood. Alle matite e alle chine, un Örer in gran forma, sapiente tratteggiatore di anatomie convincenti e suggestive. E un grande personaggio divide la scena con Dago...