Torna un vecchio amico del Giannizzero Nero, quel Benvenuto Cellini che la storia dell'arte ha incoronato tra i più grandi artisti della sua epoca. Quando si divide un pezzo di strada con Dago, però, non è affato strano scoprire le segrete cose che sono nascoste nel cuore di ognuno, per cui il fine scultore fiorentino si rivelerà uomo d'armi e d'azione…
Ritorna sulla ribalta di Dago l'ispirata mano di Orer, il disegnatore turco che ormai da qualche tempo si è meritato l'affetto e la stima di molti lettori. Uno dei personaggi di questa vicenda ci offre una definizione del Giannizzero nero che gli si addice alla perfezione: «Dago è insieme il diavolo, l'angelo e il giudizio universale racchiusi in un solo corpo.»
Come nascono le leggende? Chi si incarica di strappare il sipario della Storia per rivelare il tessuto onirico che la riveste e la circonda? Il parco di Bomarzo, attrazione turistica che presenta statue mostruose incastonate in una natura rigogliosa, esisteva già all'epoca di Dago, almeno secondo la ricostruzione immaginifica di Wood. Anzi: è stato proprio il Giannizzero Nero a combattere per primo, in quel suggestivo scenario, l'antica battaglia tra il Bene e il Male...
Il profanatore
Dago ha un vecchio compagno d'arme - un certo Miguel - che si guadagna da vivere tendendo assalti ai contadini su sentieri solitari. Peccato che al furto segua la decapitazione delle povere vittime e questo a uno come Dago non può stare bene. Miguel, però, viene accusato di altri crimini altrettanti immondi, per i quali si proclama innocente...