Incredibilmente, Dago crolla sotto le torture, terribili, dell'Inquisizione. Sì, crolla e pronunci dei nomi... Ma ci si può davvero fidare del giannizzero nero?... Si può credere che la sua volonmtà sia stata spezzata così?... Nella grande, emozionante saga di questo personaggio, uno dei momenti più intensi e coinvolgenti…
Dago, il giannizzero nero, è diventato padre Dago. L'ospitalità che il piccolo monastero andaluso gli ha offerto lo sta aiutando a riprendersi dopo le torture dell'Inquisizione... E poi ci sono don Riquelme e la dolce Jimena... Una pace che il fantasma di un tesoro minaccia... Perché l'avidità è sempre un mostro difficile da affrontare…
Dago ha recuperato il tesoro dei Mori ma la fatica rischia di essere vanificata dall'arrivo dei pirati. Dopo aver sconfitto questi predoni del mare, decide di partire alla volta d'Algeri per vendere i beni preziosi e ottenere il denaro per gli abitanti del villaggio. Sulla sua strada trova la bella Miranda e la forza incontenibile del mare.
Dago fa leva sull'orgoglio di alcuni uomini, ridotti allo stato di schiavitù assoluta. Ricorda loro che erano stati guerrieri e che ogni essere umano è nato per essere libero. Il suo discorso ottiene l'effetto sperato ma diventa fonte di nuove responsabilità per l'eroe creato da Wood, che viene eletto capo della neonata tribù della lancia.
Vecchi fantasmi, per Dago. Solite guerre, consuete battaglie, ma c'è di più. Dopo un lungo peregrinare per la costa algerina, il giannizzero nero si trova a dover affrontare uno dei momenti più drammatici della sua storia: è ancora prigioniero su una nave, dove rischia di ripercorrere le tristi peripezie di quand'era uno schiavo senza speranze…
Il pericolo stavolta è rappresentato da una coppia – Alvaro e Catalina – che tenterà di mettere nel sacco quella vecchia volpe di Dago. Sullo sfondo, la terribile bellezza del deserto e il coraggio sanguinario dei Beduini. La corte delle vedove, intanto, vera e propria falange armata costituita unicamente da donne che hanno eprso il marito, cercherà di avvalersi della daga leggendaria del giannizzero nero…
Una donna misteriosa, che parla con un falco. Il suo nome è Sulaima ed è una che non si fida degli uomini. Dago non esita a rischiare la propria vita per salvare quella di lei e – da quel momento – i due sono legati a doppio filo dalla passione dal senso di riconoscenza. Una storia d'amore e guerra, nel classico stile di un Robin Wood in gran forma…
La setta della Vipera d'oro sembrerebbe scomparsa per sempre, inghiottita dalla polvere dei secoli e delle lotte intestine. Dago, però, non è un tipo che si arrende facilmente alle evidenze. Il Beylerbey vuole soltanto allontanarsi da quello che è ormai diventato un luogo pericoloso. Sotto le insidie, però, si nasconde un grande tesoro e un mistero che aspetta di essere svelato…
Il Beylerbey è il padrone di un'intera parte dl mondo conosciuto, capace di dominare su milioni di esseri umani. Con un cenno della mano, muove flotte ed eserciti immensi. Tutti lo temono... tutti, tranne Dago. Tra loro, dunque, non può esserci il calore di una sincera amicizia, ma c'è il rispetto che può essere riservato solo a un vero nemico…
Anche il coraggio di Dago non può nulla contro il diffondersi del morbo più potente dell'epoca. A quei tempi, la popolazione europea venne praticamente decimata e si calcolano oltre venti milioni di vittime. La penna di Robin Wood sfugge alla retorica e ci offre uno spaccato realistico e terribile di un momento storico che dimostra di conoscere - e sezionare - come pochi altri.